Turismo:competenza, professionalità e accoglienza.
Turismo: competenza, professionalità e accoglienza
Stamani, in un noto locale ubicato in Piazza Duomo, ho vissuto un episodio increscioso: un bambino, nel tentativo di utilizzare i servizi igienici dell’attività commerciale per un semplice bisogno fisiologico, è stato bloccato dall’esercente con la motivazione che il servizio era guasto. Facendo notare all’esercente che, in tal caso, il locale non poteva svolgere l’attività, l’operatore ha improvvisamente proposto l’acquisto di una bottiglietta d’acqua: il guasto era risolto!
L'episodio accaduto, seppur sporadico, mi spinge a una riflessione che solleva una questione che va ben oltre il singolo caso: si tratta di un problema di civiltà, di accoglienza e di responsabilità collettiva. Il rifiuto di consentire a un bambino di utilizzare i servizi igienici, con una giustificazione palesemente infondata, non è solo un segnale di scarsa sensibilità umana, ma anche di una visione miope del ruolo che un locale pubblico dovrebbe avere in una comunità, soprattutto in una località che si propone come turistica.
Un locale pubblico ha delle responsabilità, non solo commerciali ma anche sociali. Il bagno non è un lusso né una concessione arbitraria: è un servizio essenziale, soprattutto quando si tratta di bambini, anziani o persone con necessità particolari. La richiesta di un acquisto obbligatorio per accedere a un bisogno primario è una pratica discutibile, che sfiora spesso anche l'illegalità.
Da un lato, questo episodio evidenzia la necessità di un impegno più deciso da parte dell’amministrazione comunale. La presenza di servizi igienici pubblici adeguati è un segno di civiltà e un indicatore della qualità dell’accoglienza di una città. I cittadini e i visitatori non dovrebbero dipendere esclusivamente dalla disponibilità – o dalla discrezione – dei gestori privati dei locali per accedere a un servizio essenziale. La realizzazione e la manutenzione di bagni pubblici efficienti non dovrebbe essere vista come un costo, ma come un investimento sulla qualità della vita e sull'attrattività turistica della città e di una comunità civile. Su questo aspetto, l’amministrazione, in un futuro prossimo, dovrà intervenire per risolvere una carenza ormai non più procrastinabile.
Dall’altro lato, anche le associazioni di categoria e gli stessi operatori commerciali devono interrogarsi su come migliorare la professionalità e la qualità del servizio offerto. La formazione e la sensibilizzazione degli esercenti rispetto all’accoglienza e ai diritti fondamentali delle persone devono diventare una priorità. Non si può pensare di promuovere un turismo sostenibile e accogliente se l’approccio di alcuni operatori resta ancorato a una logica puramente commerciale e priva di empatia.
L’episodio odierno, avvenuto in Piazza Duomo, non è solo una questione di un bagno negato: è il sintomo di un atteggiamento che va cambiato. L’ospitalità non può essere vista come un semplice mezzo per il profitto, ma come un valore fondante della comunità. Un bambino, un anziano o qualsiasi altra persona che ha bisogno del bagno non può essere trattato come un cliente da cui trarre guadagno, ma come una persona con un diritto basilare.
Solo unendo l’azione dell’amministrazione pubblica con un miglioramento della professionalità e della sensibilità degli operatori privati si potrà costruire un ambiente davvero accogliente e civile, all’altezza delle aspettative di una località turistica come Termoli, che vuole essere all'avanguardia.
Termoli 9 febbraio 2025
Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo