Stellantis e il futuro del Molise

30.08.2025 22:46

Stellantis e il futuro del Molise
Alcuni giorni fa, Monsignor Claudio Palumbo, vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, è intervenuto con parole nette e accorate sulla crisi che investe lo stabilimento Stellantis di Termoli, definendo la situazione “drammatica” non solo per i lavoratori direttamente coinvolti, ma per l’intero tessuto sociale e produttivo del Molise.
Il vescovo ha evidenziato come l’eventuale dismissione dello stabilimento rappresenterebbe un colpo devastante per l’economia regionale, mettendo a rischio non solo migliaia di posti di lavoro, ma anche la già fragile autonomia della regione. Ha ribadito con forza che il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma fondamento della dignità umana e della coesione sociale. Monsignor Palumbo ha quindi sollecitato un'assunzione di responsabilità collettiva, chiedendo un impegno concreto e immediato da parte delle istituzioni.
Del resto, la crisi che investe lo stabilimento Stellantis di Termoli non è solo una vertenza industriale: è un'emergenza sociale, economica e umana che giustamente chiama tutti alle proprie responsabilità, a partire dalle istituzioni locali. Le parole di Monsignor Palumbo sono un monito severo e giusto. Non possiamo restare in silenzio mentre si consuma un colpo potenzialmente letale per l'intera regione Molise, già fragile, che rischia di vedere ulteriormente compromessa persino la propria autonomia.
È molto amaro e inaccettabile che, a distanza di giorni dal suo accorato appello, non sia arrivata alcuna risposta o iniziativa, in primis, da parte dei sindaci del territorio. Coloro che dovrebbero essere i primi custodi dei bisogni dei cittadini sembrano trincerarsi dietro un mutismo irresponsabile.
La dignità delle persone si fonda sul lavoro e sul diritto alla salute: due pilastri inscindibili della nostra Costituzione. La loro messa in discussione mina le fondamenta stesse della convivenza civile. O si reagisce adesso, tutti uniti, senza distinzione di colore o appartenenza politica, o si sarà complici della possibile dissoluzione sociale di un'intera regione.
Sono trascorsi diversi giorni dall’appello del vescovo Palumbo: nulla è seguito! Un’assenza che rischia di far sentire abbandonate intere famiglie e che trasforma lo stesso appello, nato come stimolo e richiamo alle istituzioni, in un atto di supplenza!
È tempo di parole chiare e di azioni concrete. Chi tace, si assume la responsabilità storica di questo disastro.
Termoli 31 agosto 2025  

                                                                                 Nicola Felice
                                                                 Presidente Comitato San Timoteo

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