Proposte del Comitato al Consiglio Comunale di Termoli

04.11.2021 23:30

COMITATO  SAN TIMOTEO                                          

                  Termoli                                                                                                                                                 

Al Signor Presidente del Consiglio

Al Signor Sindaco

Ai Signori Assessori

Ai Signori Consiglieri

del Comune di TERMOLI

 

 

Oggetto: Consiglio Comunale in adunanza aperta, del 4 novembre 2021 - “Impugnazione dinanzi al TAR Molise del Programma Operativo Sanitario della Regione Molise, adottato con Decreto del Commissario ad Acta n° 94 del 9 settembre 2021” - 

Riflessioni e contributo del Comitato.

 

 

Con piacere accogliamo l’invito a partecipare, per la quarta volta, al Consiglio Comunale di Termoli, per discutere sul P.O.S. 2019/21 adottato con D.C.A.  di cui in oggetto, e sulle iniziative da intraprendere in futuro.

 

Premessa

Acclarato che il servizio sanitario regionale (SSR) del Molise versa in un conclamato stato di crisi, non solo economica, ma anche organizzativa, operativa e di fiducia dei cittadini. Crisi con radici che affondano nelle decisioni politiche e gestionali assunte dai diversi governi nazionali e regionali che si sono succeduti da alcuni lustri, e che la recente pandemia da Covid-19 ha solo ancor più evidenziato.

 

E’altrettanto noto che la Regione Molise da marzo 2007 è soggetta al “Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario”, e unitamente altre Regioni ha sottoscritto un accordo con i Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze per l’individuazione degli interventi da adottare.  Piano di rientro che comporta la vigilanza del Tavolo Tecnico Interministeriale e del Comitato LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), e l’applicazione automatica di misure restrittive: il blocco del turn over del personale, il divieto di effettuare spese non obbligatorie, l'incremento delle aliquote IRAP e dell’addizionale regionale IRPEF. Inoltre, se la regione in piano di rientro non rispetta gli obiettivi concordati, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, nomina un Commissario ad acta e il Sub-Commissario che lo coadiuva, esautorando di fatto la Regione nella programmazione sanitaria regionale.

 

Tutto ciò il Molise lo sta vivendo da oltre dodici anni: il primo commissario ad acta nominato nel 2009 è stato l’allora Presidente regionale Angelo Michele Iorio, a cui e succeduto il Dott.Filippo Basso e successivamente: dal 2013-2018 l’ex Presidente regionale Paolo di Laura Frattura; dicembre 2018-marzo 2021, il dottor Angelo Giustini; marzo – luglio 2021 la dottoressa Flori Degrassi, e infine il 5 agosto scorso è giunta la nomina dell’attuale  Presidente della Regione Molise Donato Toma.

 

 

Ancora oggi dopo dodici anni il Molise, con Calabria, resta ancora una regione commissariata. 

 

Nessun Commissario, sia tecnico che politico, ha raggiunto l’ efficientamento del SSR e neanche una riduzione della spesa, nonostante in questi anni ci sono stati pesanti tagli agli investimenti e soprattutto la riduzione di personale. Non si è raggiunto il rientro del deficit, mentre è cresciuto fortemente la riduzione dei servizi ai cittadini con conseguente aumento della mobilità passiva e diminuzione di quella attiva. Mobilità passiva, ricoveri di molisani fuori regione, che dal 23% dell’anno 2013 ha giunto circa il 30,0% nel 2019, valori più alti fra tutte le regioni e al valore medio nazionale di circa 8,3% del 2019. A riguardo, si rileva che la mobilità passiva extraregionale, già con la confinante Regione Abruzzo, risulta circa  30% per i ricoveri e 35% per i servizi ambulatoriali; valori molto significativi si riscontrano pure con la Regione Puglia. Mentre la mobilità attiva, è prodotta soprattutto dalle strutture private,  il Molise è da sempre in testa alla classifica nazionale raggiungendo nel 2019 circa 33%.

 

Tra i principali motivi vi è certamente la “mannaia” che da anni si abbatte sul basso Molise: le strutture pubbliche si sono trovate sempre più in sofferenza di personale a causa del blocco del turn over, oltre alla decurtazione dei posti letto con l’eliminazione anche di interi reparti, e riconversione di ospedali (Vietri di Larino e  SS Rosario di Venafro) in Casa della Salute o ospedali di Comunità.

 

A questo si aggiunge che l’ASReM  da anni piuttosto che indire i concorsi per la nomina dei nuovi primari di reparti andati in quiescenza, ha preferito affidare la gestione dei reparti a dei facenti funzione, e per altre figure professionali ricorrere a contratti a tempo determinato, nonché  massicciamente a prestazioni aggiuntive, facendo crescere spesa, stress e disagi al personale ancora in servizio.

 

Quindi finora i tagli dei posti letto (nella quasi totalità) alle strutture pubbliche, i ticket, le maggiorazioni delle aliquote fiscali e addizionali regionali, e altro ancora, non hanno consentito il rientro sottoscritto e la fine del commissariamento. Ancora oggi è presente il deficit sanitario, i disagi del personale sanitario, e soprattutto ulteriori disservizi ai cittadini che non riescono ad avere cure adeguate.

 

Con ciò si acclara che il disavanzo di gestione, che ancora oggi raggiunge 20-30 milioni di euro  per anno, del nostro servizio sanitario regionale è strutturale!

 

E’ulteriormente dimostrato che l’impostazione degli interventi finora adottati, basati principalmente sul riequilibrio del conto economico e sul contenimento della spesa, e non sulla qualità dei servizi resi ai cittadini, stimati attraverso i LEA, è frutto di una scelta politica errata!

 

L’equilibrio dei conti è importante, ma è inammissibile impostare un servizio sanitario in termini prevalentemente economici, in quanto il diritto alla salute è fondamentale, sancito dall’art. 32 della Costituzione ed è colonna portante dello stato sociale.

 

Per la ricostruzione del SSR del Molise, rispondenti ai bisogni dei molisani, servono importanti investimenti straordinari, che vadano ben oltre il “normale” riparto del fondo nazionale serve pertanto un “Decreto Molise” analogo a quello adottato per la Calabria, che accentra tutti i poteri relativi al SSR in mano ad un unico soggetto supportato da una struttura tecnica di alto profilo, capace di redigere e realizzare una adeguata programmazione sanitaria regionale.

 

Relativamente alla programmazione dei servizi ospedalieri e territoriali per il Basso Molise si ritiene  indispensabile dover tenere conto che:

 

  • è presente solo l’ospedale pubblico San Timoteo, oggi ridotto a “lumicino”,  avendo finora subito, e continua ancora a subire, tagli indiscriminati di posti letto e unità operative, diminuzione di personale addetto, ecc.,. al punto che reparti importanti di specialistiche tempo-dipendenti, quale ad esempio Emodinamica che per mancanza di personale risulta attualmente funzionante a giorni e ad ore prestabilite;
  • presenta oltre il 32% dell’intera popolazione molisana e nella stagione estiva, per la presenza di turisti e vacanzieri, supera di ben oltre i 200.000 abitanti;
  • presenta il più grande ed importante Nucleo industriale della Regione, con insediamento anche di aziende  con attività a rischio (ex Sevevo);
  • presenta l’unico porto regionale con le attività lavorative ad esso collegate ;
  • è centro e snodo delle più importanti arterie di comunicazione regionale (Autostrada, Ferrovia, …), e con un contesto socio-economico che non è paragonabile e non ha riscontro con nessun' altra realtà regionale.

 

Potenziare il polo sanitario del basso Molise non può che portare benefici sia nella prestazione dei servizi ai cittadini, che sotto l’aspetto economico, facendo crescere la mobilità attiva extraregionale, attraendo cittadini delle due regioni limitrofe (Abruzzo e  Puglia) come avvenuto per molti anni in passato, ma soprattutto farà diminuire l'attuale mobilità passiva con quelle stesse regioni.

 

Diversamente, continuando a penalizzare i presidi sanitari attualmente esistenti in basso Molise, privilegiando ancora quelli presenti nelle altre aree del Molise, credendo  che nulla cambi per i cittadini di Termoli e dei Comuni del basso Molise, è pia illusione se non pura follia. Si commette un gravissimo errore sia sociale che economico con ricadute negative, certe, sull’intera collettività regionale.

 

Esaminando il P.O. 2019/21 recentemente adottato dal Commissario/Presidente Toma si evince chiaramente che quanto innanzi citato non avverrà mai!

 

Va chiarito subito che il Programma Operativo in oggetto non è che una “fedele” continuazione delle linee programmatiche del P.O.S 2015-2018, a suo tempo adottato dall’ex Commissario/Presidente Paolo Frattura. Programma operativo redatto “materialmente” dai tecnici  dell’AGENAS, stessa agenzia che ha redatto il nuovo P.O. 2019/21 e che con il recente rinnovo dell’incarico conferito dal neo Commissario/Presidente Toma, redigerà anche il futuro Programma Operativo relativo al triennio 2022/24, e che di certo seguirà le stesse logiche finora adottate.

 

L’ospedale San Timoteo viene designato quale Presidio Ospedaliero di Base, secondo gli standard legati al bacino d’utenza previsti dal DM.70/2015. Classificato come SPOKE, è sede di Pronto Soccorso dotato di letti di “Osservazione Breve Intensiva” con la presenza di Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (H24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. È mantenuto nel Presidio Ospedaliero di Termoli la Cardiologia con Emodinamica. Il Presidio si connota, infatti, per rilevanti volumi di attività in tale disciplina in particolare con riferimento alle procedure endovascolari terapeutiche e diagnostiche, con capacità attrattive anche per i pazienti residenti nelle regioni confinanti.

Ciò che maggiormente preoccupa il destino del San Timoteo sono gli accordi di collaborazione  previsti con l’Azienda Sanitaria “Chieti-VastoLanciano”, in particolare con l’Ospedale “San Pio di Vasto”, la Stroke Unit, l’Emodinamica e la Traumatologia e il Punto Nascita, con modalità da definire in futuri accordi.

Relativamente al Punto Nascita si conferma che con il parere del Comitato Percorso Nascita nazionale, veniva chiesto alla regione Molise di procedere alla relativa chiusura ed all’attivazione di accordi interregionali per l’accoglienza delle partorienti presso i Punti nascita dell’Abruzzo.

Ovvero si ufficializza la futura chiusura del Punto nascita, ora bloccata solo grazie all’intervento del TAR del Molise. Sembra non bastare ad evitare tale sciagura la potenzialità di un bacino d’utenza che può raggiungere  700 nascite all’anno da donne residenti in basso Molise, e che fino a pochi anni pochi anni fa, il reparto di Ostetricia e ginecologia del San Timoteo era punto di riferimento delle donne residenti nei comuni delle regioni limitrofe, in primis la Puglia, raggiungendo oltre 1000 nascite all’anno .

Nel P.O. 2019/21 emerge in maniera chiara ed inequivocabile l’ulteriore penalizzazione delle strutture sanitarie presenti in basso Molise. Risulta ancor più chiaro il progetto di voler continuare lo smantellamento dell’ospedale San Timoteo, fino a renderlo, di fatto, un grande poliambulatorio con annesso Pronto Soccorso, che di certo si avrà nel definire entro il 31 dicembre prossimo gli “accordi  di collaborazione” previsti con l’Azienda Sanitaria Chieti-Vasto-Lanciano, in particolare con l’Ospedale “San Pio di Vasto”, per  le specialistiche: Stroke Unit, Emodinamica, Traumatologia, Punto Nascita.

 

Ospedale che la storia racconta quando nel corso degli anni passati è stato un punto di forza, e di eccellenza del servizio sanitario Molisano, e di riferimento anche delle regioni limitrofe (Abruzzo, Puglia). Per anni è stato anche punto di riferimento nella rete dell’emergenza-urgenza del Molise, garantendo il diritto alla salute e costantemente risposta significative e positive alla domanda di assistenza ai cittadini bisognosi di cure.

 

Pare che al  San Timoteo non è servito neanche dimostrare, pur con tutte le sue criticità in primis il poco personale in servizio, la sua indispensabilità  nell’emergenza Covid 19, reggendo “botta” pur non essendo ospedale Covid, curando molti cittadini di questo territorio. Contributo indiscusso e indispensabile considerate le grosse difficoltà registrate all’epoca nell’ospedale Cardarelli (Hub Covid) e che ancora oggi il Molise è l’unica regione a non avere, per le note vicende, un Centro Covid.

 

 

 

Tanto premesso,

 

e altre ragioni hanno indotto il Comitato San Timoteo a presentare al Tar Molise, con i propri legali incaricati, l’istanza di annullamento, previa sospensiva, del  D.C.A. n° 94 del 9 settembre 2021 di adozione del P.O. 2019/21; e, se esistono le condizioni, la richiesta alla Corte Costituzionale di incostituzionalità.

 

Come primo risultato si attende, a breve, la prima decisione del Tar di sospensiva del P.O. 2019/21, evitando l’emanazione di provvedimenti previsti per le strutture sanitarie presenti nel basso Molise, in primis i famigerati accordi di collaborazione con l’ASL Chieti-Vasto-Lanciano, fortemente lesivi in primis per l’ospedale San Timoteo.

 

Ottenuto già questo risultato il Comitato San Timoteo propone quanto segue:

 

  1. non solo di chiedere, ma tutti insieme di pretendere, in primis con i Sindaci del basso Molise, dall’ASReM l’immediata pubblicazione dei bandi di concorso per i Primari di tutti reparti esistenti al San Timoteo, che attualmente sono guidati da dirigenti f.f. (facente funzioni) nominati in passato in sostituzione dei primari titolati andati in quiescenza: Ortopedia e Traumatologia, Ginecologia e Ostericia, Chirurgia, Cardiologia, Pronto Soccorso,in ultimo Radiologia, e altri ancora.  Ciò darà un futuro certo all’ospedale San Timoteo oltre ad eliminare al f.f.  l’handicap per il mancato status di primario, che lo indebolisce verso i suoi collaboratori di reparto, e ancor più verso i superiori e/o il “potente di turno” che possono sostituirlo “su due piedi”.
  2. Emanare i concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario in quantità e qualità previsti nel documento “Fabbisogno di personale sanitario” redatto, a settembre scorso, dal Direttore Generale dell’ASReM.
  3. Di approvare in Consiglio Comunale una mozione con la quale si impegna Il Sindaco di Termoli, anche unitamente ai Sindaci del basso Molise, a promuovere nella Conferenza dei Sindaci la richiesta, tramite i Prefetti, di un incontro con il Presidente del Consiglio Professor Mario Draghi, e la delegazione dei Sindaci, che potrebbe essere composta dai componenti del Direttivo della Conferenza. Incontro indispensabile per rappresentare al Presidente Draghi le criticità e lo stato “comatoso” in cui versa il nostro SSR (Servizio Sanitario Regionale), dopo dodici anni di Commissariamento da parte del Governo nazionale. SSR da anni incapace di garantire la salute ai cittadini Molisani nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione.

 

Ne consegue la necessità di emanare per il Molise un Decreto del Consiglio dei Ministri, simile, nelle dovute proporzioni, a quelli emanati per la Regione Calabria.

Risultato questo raggiungibile constatando il pragmatismo del Presidente Draghi e del suo Governo nell’affronatare i problemi. Governo che è supportato da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, esclusa una, A tal riguardo giova ricordare che il Molise non ha le criticità sociali e neppure il deficit sanitario della regione Calabria,che da diversi anni è senza bilanci e controllo della spesa, e che pare ad oggi ammonta ad oltre 2,5 miliardi di euro, contro i circa 160 mila euro del Molise.

 

Questo importante risultato ci consentirà di uscire dal piano di rientro e dal Commissariamento e di riportare la programmazione sanitaria al Consiglio regionale deputato al compito.

Nel raggiungere questo obiettivo non si salva la testa o la poltrona di qualcuno, si salva il Molise e i Molisani!

Pertanto questa iniziativa deve essere supportata dall’intera classe dirigente e politica regionale, senza distinzione di colore, ruolo e appartenenza di partito.

 

Conclusioni

 

Questo Comitato non consentirà a nessuno di “marchiare” le rivendicazioni per questo territorio come campanilistiche o peggio ancora populistiche. Continua a chiedere che per qualsiasi programmazione: sanitaria, produttiva, economica, sociale, e altro ancora, si applichino solo criteri oggettivi tenuto conto dei parametri di legge, del contesto socio-economico, territoriale, ed altro.

 

Se così sarà Il basso Molise non ha nulla da temere, avendo ragioni da vendere, e i cittadini non avranno bisogno di alcun comitato, e noi tutti potremmo dedicare energie e tempo libero per tante altre cose.

 

Confidando in un favorevole accoglimento delle riflessioni e delle proposte, il Comitato conferma la disponibilità a collaborare, con correttezza e nel rispetto dei ruoli.

Si segnala inoltre l’estrema determinazione a intraprendere ogni iniziativa ed azione a tutela e salvaguardia della salute anche dei cittadini del basso Molise. 

 

Termoli, 4 novembre 2021        

                                             Nicola Felice

           Presidente Comitato San Timoteo

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