PERSONA-SALUTE-MALATTIA

20.09.2013 22:16

 

Nel mondo sanitario italiano è in corso una profonda evoluzione, dovuta a fattori culturali e al progresso della scienza e tecnologia medica. Notevoli conquiste e forti squilibri caratterizzano questo periodo di trasformazioni. Anche la sanità della nostra Regione sta vivendo una fase molto delicata.

Il concetto di salute ha acquistato nuove e importanti connotazioni. Non si rapporta, infatti, unicamente a fattori fisici e organici, ma coinvolge le dimensioni psichiche e spirituali della persona, estendendosi all'ambiente fisico, affettivo, sociale e morale in cui la persona vive e opera. Un rapporto profondo viene avvertito tra salute, qualità della vita e benessere dell'uomo.

In corrispondenza a quello di salute, anche il concetto di malattia è cambiato. Non più configurabile come semplice patologia, rilevabile attraverso analisi di laboratorio, la malattia è intesa anche come malessere esistenziale, conseguenza di determinate scelte di vita, di spostamenti di valori e di errate gestioni dell'ambiente materiale umano.

Il binomio salute-malattia si configura in maniera diversa dal passato. Grazie alle acquisizioni delle scienze biologiche o mediche e alla tecnica applicata alla medicina, la malattia non viene più accolta come una calamità da accettarsi quasi passivamente o come una fatalità che porta alla morte. Molte malattie una volta fatali possono essere ora guarite; ad ogni malessere, la medicina può offrire cura o sollievo.

L'ospedale, a sua volta, tende ad essere considerato non come «il luogo della morte», ma come luogo di speranza e di vita.

Alla luce di queste mutate maniere di pensare la malattia e la salute, prende risalto il momento preventivo degli interventi sanitari, e appare evidente che alla tutela della salute debbano contribuire tutte le forze operanti nella società, dalla famiglia alla scuola, dalla politica alla religione.

Se, da un lato, è cresciuto l'impegno dello stato verso la salute, attraverso numerosi interventi legislativi e grandi investimenti di risorse, dall'altro è aumentata nei cittadini la consapevolezza del proprio diritto alla difesa e promozione della salute, bene da assicurare a tutti attraverso strutture territorialmente vicine alla popolazione.

Accanto ai diritti emergono anche le responsabilità dei cittadini nel campo sanitario; in modo particolare si avverte il dovere della partecipazione attiva all'elaborazione delle leggi, dei programmi e delle strategie concernenti la tutela e la promozione della salute. È in questa linea di partecipazione che s'inserisce la presenza di comitati di cittadini, attenti alle problematiche legate alla salute di tutti.

Gli aspetti positivi indicati non nascondono le carenze presenti nel mondo sanitario.

I principi che stanno alla base delle riforme sono spesso mortificati dalle lentezze burocratiche,  contrasti politici e inefficienza organizzativa, sprechi diffusi, gestione non oculata dei servizi, distribuzione sbilanciata di presidi, posti-letto, reparti e specializzazioni, causando una diffusa insoddisfazione tra i cittadini.

I criteri che guidano le scelte assistenziali rischiano di emarginare i malati più poveri e bisognosi: le piccole comunità lontane dai centri, gli anziani disabili, gli handicappati fisici gravi e psichici, i morenti...

   Il nostro territorio è altamente frammentato, costituito da comunità locali molto modeste, con infrastrutture che spesso lasciano a desiderare e non consentono facili e rapidi spostamenti, con un’alta percentuale di anziani la cui salute  necessita di un’eccedenza di servizi sanitari, domiciliari, poliambulatoriali e quant’altro; la gestione di una tale situazione non è per nulla invidiabile ma occorre cercare le soluzioni migliori, con scelte coraggiose di alcune priorità rispetto ad altre. Tutti invochiamo una presenza capillare sul territorio di strutture efficienti, moderne, attente ad ogni bisogno, che pongano fine ai dolorosi viaggi della speranza o, per sdrammatizzare, al turismo sanitario; nel nostro piccolo abbiamo il diritto di pretendere livelli qualitativi secondo standard almeno nella media, di usufruire di risposte adeguate.  Ora è inutile dar la caccia alle streghe per gli errori del passato, bisogna ripartire, a quanto pare, con una nuova coscienza dei compiti urgenti e non più rinviabili. Certo è che la salute dei cittadini resta un bene primario, un diritto soggettivo sostanziale, (art 32 della Costituzione), non negoziabile.

È di fronte a questo nostro mondo della sanità che tutti siamo chiamati ad essere sensibili e responsabili, animati da speranza, da spirito di collaborazione e dalla volontà di rendere un contributo essenziale alla salute dei cittadini.

don Marcello Paradiso

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