P.O.S. 2015-2018 Consiglio Regionale. Riflessioni.

29.01.2016 21:53

Ai Signori

Presidente del Consiglio

Presidente  della Regione

Assessori e Consiglieri del Molise

 

e, p.c.                               Ai Signori

 Direttore Generale alla Salute

Direttore Generale ASREM

LORO SEDI

 

 

 

Oggetto: “ Riordino del SSR della Regione Molise” – Programma Operativo Straordinario 2015-2018. Riflessioni e contributo del Comitato.

 

Il Comitato San Timoteo, come nelle precedenti occasioni di incontro promosse dalla IV Commissione  consiliare regionale,  ringrazia e accoglie con favore l’odierna seduta monotematica del consiglio regionale con all’ordine del giorno la discussione sul P.O. 2015-2018 sul riordino del Servizio Sanitario Regionale.

Il Comitato conferma, anche per il futuro, l’impegno finora profuso con dedizione e spirito “sportivo”, non da “tifoso”, sul tema della Sanità  nel Molise, programmando e partecipando a incontri, dibattiti pubblici, sedute monotematiche sulla programmazione sanitaria nei Consigli Comunali (Termoli e Larino). In più occasioni e con vari mezzi abbiamo propinato all’opinione pubblica, ai rappresentanti istituzionali (Parlamentari, Consiglieri regionali, Sindaci, ASREM, ecc…) le nostre riflessioni, idee, proposte, basate su dati di fatto, e rispettose a norme e regolamenti vigenti in materia sanitaria, con particolare riguardo al territorio del Basso Molise.  Riteniamo che sia nostro compito, per il ruolo e lo scopo che il Comitato si è prefissato, continuare nell’operato finora svolto portando alla vostra attenzione, anche in questa occasione, ulteriori riflessioni, sperando siano meritevole di apprezzamento e condivisione.

Premessa

Da anni si parla di riorganizzazione della sanità regionale, della necessità di un nuovo Piano Sanitario Regionale, di Piani operativi, Atti aziendali e quant’altro necessita per raggiungere gli obbiettivi economici, ma soprattutto garantire ai cittadini il diritto alla salute, disposto dall’art. 32 della nostra Costituzione, e servizi sanitari efficaci ed efficienti definiti dalle norme sanitarie.

E’ bene ricordare che la nostra Regione sin da marzo 2007 è soggetta, unitamente ad altre Regioni, al “ Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario”, avendo sottoscritto un accordo con i Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, per l’individuazione degli interventi da adottare, con la vigilanza attribuita al “famigerato” tavolo tecnico interministeriale.

Oggi il Piano Sanitario Regionale vigente risulta ancora quello del 2008-2010, approvato con la Legge Regionale n° 34/2008. L’approvazione con legge comportò che ogni successiva iniziativa di riorganizzazione sanitaria, disposta con atto amministrativo dall’organo competente, in contrasto con il P.S.R. , veniva  impugnata al TAR, da parte di vari soggetti, e puntualmente arrivava la sentenza di  annullamento.  

Mentre altre regioni hanno provveduto, con scelte coraggiose, a riorganizzare il sistema sanitario, da noi non modificando il citato P.S.R., si è preferito “tirare a campare”, continuando a nutrire in tanti le speranze di conservare tutte le strutture sanitarie, con le varie e duplicate specialistiche, presenti sul territorio. Tale soluzione, forse, ha contribuito anche a far crescere rivalità e lacerazioni tra le diverse aree territoriali.  Inoltre,  ha contribuito anche a non poter rispettare il piano di rientro sottoscritto nel 2007, contribuendo al disavanzo di gestione con la crescita del debito, quindi l’imposizione di addizionali e accise, blocco del turn over, ecc…  Conseguenza naturale è stata l’aumento dei disagi per il personale in servizio, disservizi ai cittadini, lunghe liste di attesa, ecc.. . 

Unico risultato: dal 2007 nulla hanno prodotto  i vari commissari (politici e tecnici), sub commissari, che si sono succeduti,  affiancati sempre da Advisor; comportando ai molisani un costo annuale di oltre 700 mila euro.

Ancora oggi, tra le regioni rientranti nel piano di rientro, la nostra Regione risulta l’unica a non aver prodotto alcun miglioramento,  producendo negli anni precedenti un costante disavanzo annuale di gestione  di circa 50-60 Mil/€, facendo crescere il debito sanitario, nonostante le maggiorazione delle aliquote fiscale IRAP, addizionali regionali IRPEF, e la diminuzione del personale dovuta al blocco del turn over.

Dall’ultima verifica con il Tavolo Tecnico Interministeriale risulta un debito accertato a tutto il 2014 di oltre 295 Mil/€, che aggiunti ai 164 Mil/€ di mancato trasferimento da parte della Regione all’ASREM, si ottiene un deficit complessivo di circa 460 Mil/€, pari a circa l’80% dell’intero fondo sanitario annuale assegnato al Molise.

Dopo un così lungo periodo di totale stasi, ultimamente si sono registrati alcuni segnali positivi. In primis la legge di stabilità del 2016 che consente, finalmente, anche al Molise, di rinnovare fino al 31 ottobre i contratti di lavoro del personale precario in servizio, oltre a poter indire entro il 2016 le procedure  concorsuali straordinarie per l’assunzione di personale medico ed infermieristico entro il 2017.

Altro aspetto non meno importante è l’aver incassato, ultimamente, dalla Conferenza delle Regioni, per la sanità,  73 milioni di euro per il triennio 2015-2017, grazie al quale e unitamente alla riorganizzazione con riduzione degli sprechi, ci dovrebbe consentire entro il 2018 l’equilibrio di gestione. Detta somma si và ad aggiungere ai precedenti 40 milioni assegnati dalla legge finanziaria del 2015, agli 80 milioni di premialità degli anni precedenti, ed allo svincolo dei 55 milioni dei fondi FAS destinati a pagare il debito sanitario maturato fino al 2009.

Importante è pure l’aver incassato, dopo tante “bocciature” registrate in passato, l’approvazione e validazione del P.O.S. 2015-2018 per la programmazione ed riorganizzazione del sistema sanitario regionale, da parte del Ministero della Salute. Non era più pensabile poter procrastinare quelle scelte coraggiose che già si sarebbero dovuto prendere in passato. Non ci è più consentito sbagliare,  siamo obbligati ad agire con determinazione, siamo al punto del famoso detto: o si mangia questa minestra o ci si butta dalla finestra! Và da se che la proposta in discussione è rispettosa delle indicazioni fornite dai tecnici ministeriali, frutto delle norme vigenti in materia: Spending review, Patto della Salute 2014-2016, Decreto n° 70/2015 sugli standard ospedalieri. Svanito il “sogno” di vederci abbonato da parte del Governo centrale l’enorme debito accumulato, con durezza ci è stato fatto capire che anche noi siamo italiani, il Molise come altre regioni appartiene all’Italia, e dobbiamo, come gli altri, pur nelle debite eccezioni, rispettare norme e regolamenti italiane.

Tanto premesso , dopo un lungo periodo di “cielo cupo e forti temporali”, aver incassato queste positività, porta a vedere all’orizzonte un piccolo arcobaleno, se pur con colori non ancora ben definiti. 

Tutti, crediamo, siamo da tempo consapevoli che con 314.000 abitanti, non è più pensabile poter conservare tutte le attuali strutture ospedaliere (pubbliche e private), la duplicazione di specialistiche e quant’altro; come siamo anche consapevoli  dei sacrifici che ci spettano, ma che tutti però dobbiamo fare.

Il P.O.S. 2015-2018  in discussione,  non è che un punto di inizio di un percorso complesso, ed essendo un atto amministrativo potrà sempre essere migliorato al fine di ottimizzare i risultati economici, ma soprattutto fornire ai cittadini prestazioni di qualità. 

L’aver oggi la possibilità di confermare, regolamentare il personale precario, assumere nuovo personale, unitamente all’approvazione e validazione da parte dei ministeri affiancanti della P.O.S. 2015-2018, risulta un primo passo per affrontare le gravi criticità che da lungo tempo affliggono il servizio sanitario regionale.

Riteniamo che tutto ciò è condizione necessaria ma non sufficiente. Pensiamo sia indispensabile, per dare completezza,  l’approvazione, con atto amministrativo, di un nuovo Piano Socio-sanitario Regionale, espressione di una vera e completa programmazione da attuare con successivi Programmi operativi, Atti aziendali, …., prevedendo con un crono-programma  investimenti in personale e nuove tecnologie.

In attesa del nuovo P.S.R., non resta che dare attuazione al P.O.S. in discussione dopo aver apportato quelle modifiche,  senza incremento di spesa, che emergono dal confronto, e ritenute utili per ottimizzare la spesa e i servizi sanitari sull’intero territorio.

L’attuale proposta di riorganizzazione, nelle linee generali prevede un sistema che  mira alla riduzione dell’utilizzo delle strutture ospedaliere, sistema già adottato dalla totalità delle regioni, pensando di potenziare la medicina territoriale. Sono previsti complessivamente  985 posti letto, assegnati alle strutture pubbliche e private, corrispondente al 3,13 per 1000 abitanti, inferiore al 3,7 disposto dalla legge, e si riduce di 284 posti letto l’attuale dotazione. La rete ospedaliera di emergenza è prevista con  l’ospedale unico DEA I° livello con Campobasso nel ruolo di  Hub  e quelli di Isernia e Termoli (Spoke) conservando le attauli funzioni di ospedale di I° livello. E’ inoltre previsto: l’eliminazione di duplicazioni delle specialistiche, l’integrazione tra il Presidio Ospedaliero Cardarelli e la Fondazione GPII, con il trasferimento di parte del Polo Ospedaliero di Campobasso presso la struttura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; si conserva il presidio di Agnone come  ospedale di area disagiata, mentre quelli di Larino e Venafro vengono convertiti in ospedali di comunità territoriali, con i servizi specialistici ambulatoriali, R.S.A., ecc…,  La Neuromed è parte integrante della rete ospedaliera con le attuali specialistiche di alta qualità. Sono previsti anche accordi di confine per discipline di alta specializzazione non compatibili, per bacini di utenza, con gli standar ospedalieri vigenti.

 

Riteniamo che per garantire anche per il futuro il rispetto di tutti gli standard, i parametri di appropriatezza, ecc…, quindi il mantenimento di tutte le specialistiche inserite nella P.O. 2015-2018, non bisogna compiere l’errore di avere e/o concentrare solo nel presidio  Hub  specialistiche di eccellenza. Occorre invece dotare anche i presidi Spoke, di nuove tecnologie, personale congruo in numero e competente al fine di garantire  un livello base di buona qualità, oltre a conservare, potenziare, o creare anche nei presidi Spoke specialistiche di eccellenza.  Stessa attenzione dovrà essere posta anche per gli Ospedali Territoriali di Comunità, puntando sull’alta specializzazione. In tal modo si continua a garantire economia indotta in tutti i territori, oltre a ridurre la mobilità passiva e far crescere quella attiva.  

Nel dare attuazione, con l’Atto Aziendale, il P.O.S. 2015-2018, riteniamo prioritari gli interventi per l’organizzazione dei presidi territoriali oggetti di riconversione. Inoltre da subito necessita la riorganizzazione e assegnazione del personale alle varie strutture sanitarie. Obiettivo principale dovrà essere migliorare la qualità dei servizi, crescita della produttività, in particolar modo per i servizi ambulatoriali, diagnostici, radiologici, ecc…., con positiva riduzione delle liste di attesa.

 

Mentre si da attuazione al P.O.S. in esame,  il Consiglio Regionale, organo deputato ma attualmente esautorato, dovrà discutere, individuare e indicare, con un ordine del giorno di indirizzo,  la programmazione sanitaria regionale che il Presidente-Commissario Frattura, dovrà tener conto nell’approvare con proprio atto amministrativo il nuovo Piano Socio-sanitario Regionale. 

Per tale scopo necessità la collaborazione da parte di tutte le componenti politiche, associazioni di categorie, comitati civici, ecc… eliminando: steccati, polemiche, “guerre di religione”, ecc… Unico obiettivo dovrà essere tutelare la salute dei cittadini, tenendo conto che il cittadino,all’occorrenza, vuole essere curato, e curato bene!

L’esigenza di dotarsi presto, comunque prima del rinnovo del Consiglio regionale,  del nuovo Piano Sanitario Regionale, è dettata anche dalla nuova norma che vieta nominare Commissario ad acta il Presidente della Regione, imponendo un tecnico, in tal modo non si avrà più alcun confronto con un eletto dal popolo, ma solo con un tecnico “calato dall’alto”.  

Per raggiungere l’obiettivo di una buona sanità, nella programmazione futura, tra i tanti aspetti, suggeriamo anche di:

·       Superare il sistema di programmazione sanitaria finora attuato e finalizzato solo al controllo della spesa sanitaria e non anche  alla capacità di governo del sistema sanitario, utilizzando solo ed esclusivamente personale con accertate capacità tecniche e manageriali.

·       Garantire sempre la governance in capo al sistema pubblico, assicurando l’assenza di conflitti di interesse in tutti i ruoli, tra pubblico e privato.

·       Garantire il rispetto e il riequilibrio dei servizi e dei LEA,  in funzione del fabbisogno reale di salute dei cittadini sull’intero territorio regionale con un servizio sanitario, territoriale ed ospedaliero, efficiente ed efficace. Un sistema unico di assistenza a rete sia delle strutture pubbliche che private accreditate con funzione di alta complessità e specializzazione,  in percentuale in linea a quella nazionale.

·       Garantire la qualità delle prestazioni sanitarie erogate dal sistema pubblico  anche attraverso un sistema di verifica e controllo dei risultati rispetto agli obiettivi, con una valutazione esterna  o tramite il rilevamento di un indice di  soddisfacimento dell' utenza.

·       Stipulare gli accordi di programma con le regioni confinanti, al fine di poter potenziare i presidi ospedalieri di confine, per garantire e migliorare i servizi ai cittadini, ridurre la mobilità passiva e ottimizzare quella attiva.

·       Potenziare il sistema di emergenza su tutto il territorio. Massima attenzione alla medicina territoriale e alla diagnostica, vero “affare economico” e fonte di grande spesa.

·       Programmare, investire e realizzare con fondi e tempi certi nelle strutture pubbliche territoriali. Questa è un’altra strada maestra per ridurre la mobilità passiva, far crescere quella attiva, e beneficio economico certo.

 

Il Comitato rinnova la disponibilità a qualsiasi collaborazione, con correttezza e nel rispetto dei ruoli, ma nello stesso tempo segnala  l’estrema determinazione a intraprendere ogni iniziativa ed azione a salvaguardia della salute anche dei cittadini del Basso Molise. 

Termoli, 28 gennaio 2016

              ing. Nicola Felice

                                                                                   Presidente Comitato San Timoteo

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